venerdì 26 gennaio 2018

Paesaggio con la caduta di Icaro / 3


Bruegel,_Pieter_de_Oude_-_De_val_van_icarus_-_hi_res

Pieter Bruegel il Vecchio, “Paesaggio con la caduta di Icaro”
Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique

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GUY GOFFETTE

ICARO SI RISOLLEVA, IV

Imbarcarsi senza ritorno, ecco cosa volevano,
gettare gli orologi nel primo giardino di strada
e non avere più che da contemplare il cielo
come il pastore che alza gli occhi

il ragazzo caduto nell’acqua verde. Non abbiamo
che una strada e i nostri piedi non vi possono
niente, pensavano. Icaro è morto, e Bruegel,
e noi stessi, come in marcia verso Ninive,

bocca chiusa, messaggio scordato, cercando
quel che avremmo dovuto dire e a chi parlare,
noi non siamo già più che una traccia
nella notte, la ricaduta di un sogno

tra le rotaie del presente, e che si cancella.

mercoledì 17 gennaio 2018

I giocatori di carte


Cézanne


Paul Cézanne, I giocatori di carte, 1895
Parigi, Musée d’Orsay

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ANDONIS FOSTIERIS

I GIOCATORI DI CARTE

Li trovo sempre qui. Nel luogo malfamato
(Lo stesso squallido caffè, una bettola)
Con una bottiglia sul tavolo.
Quello a sinistra fuma la pipa. Ma entrambi
Dediti anima e corpo
Alle carte.
Il gioco è appena cominciato. Hanno preso
Le prime carte ed esaminano con cura
La tattica da seguire. Ho notato
Che, freddo o caldo, senz’altro
Indossano giacca e cappello. Ho notato
Soprattutto questo: Non ammettono
Di interrompere la partita per un attimo.
Si dimenticano di mangiare e bere.
Di dormire. Siedono
L’uno di fronte all’altro. Immobili.
E questo da anni, senza posa.
Come si spiega?
Non li cercano le mogli, i figli,
Non hanno casa, lavoro? Mi tormenta
il dubbio. Sospetto
Che qualche trucco inganni la ragione,
Devi avermi giocato un brutto scherzo
Con i tuoi caldi e freddi da capogiro
Nello squallido locale
In cui mi hai trascinato,
In questa bettola
Fumosa,

Signor Cézanne.

giovedì 4 gennaio 2018

Cacciatori nella neve / 2


Pieter Bruegel, Cacciatori nella neve, 1565
Vienna, Kunsthistorisches Museum

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RUTGER KOPLAND

INVERNO DI BRUEGEL

Inverno di Bruegel, colline con cacciatori
e cani, ai loro piedi la valle col villaggio.

Quasi a casa, ma il portamento stanchissimo, i passi
nella neve, un ritorno - sì - ma così lento,
quasi un arresto. Ai loro piedi ingigantisce
la profondità, si fa più ampia e lontana,
finché il paesaggio scompare in un paesaggio
che deve pur esserci, e c'è, ma soltanto

come esiste il desiderio.

Davanti a loro scende a picco un uccello nerissimo.
Derisione per quel faticoso tentativo di ritorno
alla vita laggiù: i bambini coi pattini sullo stagno,
le fattorie con le mogli in attesa e le bestie?

Vola una freccia ridendo al suo bersaglio.